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Storia della Reggia di Caserta

Storia della Reggia di Caserta, il Palazzo Reale più grande al mondo che cambiò l'architettura

Storia della Reggia di Caserta dalla sua creazione, sino alla spoliazione dopo l’Unità d’Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale e sino ad oggi

“Il Palazzo Reale, il capolavoro di Luigi Vanvitelli, anticipò l’aspetto esterno degli edifici del XIX secolo, mentre allo stesso tempo rappresentava il canto del cigno della spettacolare arte del Barocco, da cui ha adottato tutte le caratteristiche necessarie per creare l’illusione di uno spazio multidirezionale”

19 Luglio 1996, motivazione Unesco per l’inserimento nella lista dei Patrimoni dell’umanità

unesco.org

Storia della reggia di caserta

La storia della Reggia di Caserta iniziò quando, progettata da Luigi Vanvitelli nel 1752, la magnifica Reggia di Caserta fu creata per essere il nucleo della nuova Capitale del Regno. Perfino prima di salire al trono nel 1734, Re Carlo desiderava creare un nuovo centro amministrativo alternativo a Napoli, in quanto la città, essendo vicino al mare, era a rischio invasione, mentre il feudo di Caserta era la soluzione perfetta a questi problemi. Quindi re Carlo acquistò nel 1750 il feudo di Caserta dal principe Michelangelo Caetani di Sermoneta, per l'importo di 489,393 ducati. Il progetto del Palazzo Reale fu commissionato a Luigi Vanvitelli, al momento il principale architetto della Fabbrica di San Pietro in Vaticano. I lavori di costruzione furono solennemente inaugurati il 20 gennaio 1752, lo stesso giorno del compleanno del Re.

 

Il progetto originale del palazzo includeva gia il Parco, ma la sua costruzione iniziò solo un anno dopo, nel 1753, e furono necessari più di 50 anni per completarlo.

Durante la fase di prima fase, tra il 1753 e il 1773, fu realizzato l'Acquedotto Carolino, in quanto necessario per l'approvvigionamento idrico della Reggia e per la nuova capitale.

Quando nel 1773 Vanvitelli scomparve, i lavori si fermarono per 4 anni. Nel 1777 il figlio Carlo, ora divenuto direttore dei lavori, mostrò al nuovo Re Ferdinando IV un nuovo progetto, una versione semplificata del progetto del padre. Infatti le difficoltà economiche, e soprattutto l'esigenza di concludere i lavori piu rapidamente, portarono all'obbligo di ridurre il numero di fontane nella seconda parte del Parco. Nonostante tutto la sostanza generale del progetto originale di Luigi Vanvitelli fu mantenuta invariata, soprattutto la cosa più importante del suo progetto: lo spettacolare viale d'acqua lungo 3,3km terminante con la stupefacente cascata.

Il cantiere delle Reggia fu dapprima rallentato dall'abdicazione del re e Carlo di Borbone per il suo trasferimento al trono di Spagna nel 1759 e , successivamente, dal fatto che il figlio Ferdinando volle terminare al più presto il Palazzo con la minor spesa possibile. La morte di Luigi Vanvitelli nel 1773, la crisi economica e varie vicende politiche impedirono il completamento del progetto. Nel 1780 erano stato completati gli appartamenti lato ovest un tempo destinanti ai principi, e re Ferdinando I volle abitarci.

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LA DOMINAZIONE DEI BONAPARTE E DI GIOACCHINO MURAT

La dominazione di Giuseppe Bonaparte

La storia della Reggia di Caserta proseguì durante la dominazione Bonaparte non risultano lavori effettuati nella Reggia, ma le splendide sedie e poltrone della Anticamera dei non titolati (detta Sala di Alessandro) furono da lui portati dal Palazzo delle Tuileries.

Le sedie provenienti dal Palazzo delle Tuileries, ora nell’Anticamera dei non Titolati

L'epoca di Joachim Murat

Con Gioacchino Murat, proclamato re di Napoli nel luglio del 1808, sembrò che la capitale si rianimasse sotto una ventata impetuosa di giovinezza, in un calore di rinnovate speranze. E anche la storia della Reggia di Caserta ne fu investita. Nel dicembre dello stesso anno l’architetto di Corte, Antonio De Simone, dava agli aiutanti della reggia ordini per la ripresa dei lavori che dovevano eseguirsi non più seguendo le vecchie direttive, ma secondo il nuovo stile che trionfava in Francia.

Carlo Vanvitelli aveva lasciato il cantiere; degli artisti noti, Tommaso Solari era morto nel '79, suo figlio verso il '90; Andrea Violani si era trasferito nel 1803 a Roma. E morti erano anche il Bonito, il De Mura, il Fischetti, il Mondo e il Rossi. Degli altri non sappiamo più nulla all’infuori di Lucio Lucchesi e Carlo Beccalli riassunti in servizio come scaglionisti intagliatori.

Sotto la dominazione Murat vennere effettuati lavori nella Sala di Alessandro, dove venne dato incarico ai pittori Heinrich Schmidt e Rudolf Suhrlandt di affrescare sulle pareti maggiori la presa di Capri e la battaglia di Eylau, ed agli scultori Domenico Masucci, Claudio Monti e Durand (quest’ultimo, francese, non meglio indicato nei documenti) di modellare sei bassorilievi in stucco da collocarsi sulle porte a rappresentare episodi della vita di Gioacchino Murat. Furono, inoltre, eseguite sotto il dominio Murat, anche le splendide Sale di Astrea e di Marte, entrambe splendido progetto dell'architetto Antonio de Simone. I Murat, quindi, contribuirono alla storia della Reggia di Caserta

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L’Anticamera degli Ambasciatori (detta Sala di Astrea)

IL RITORNO DEI BORBONE

Al ritorno dei Borbone sul trono non si ebbe il coraggio di distruggere i bellissimi arredi portati da Bonaparte e Murat così, ad esempio, sulle poltrone della Sala di Alessandro furono sostituite le iniziali di Giuseppe Bonaparte con quelle di Ferdinando, mentre sempre nella Sala di Alessandro furono sostituite i due grandi dipinti e i bassorilievi sopra le porte, in quanto inneggianti a Murat.

Nel 1830 il re morì, e non furono fatti lavori fino al 1839 quando fu ripreso il progetto della Sala del Trono, che fu completata nel 1845

Questo dipinto fu inserito in sostituzione di quello che celebrava Murat

LA FINE DEL REGNO, L'UNITÀ D'ITALIA E LA SPOLIAZIONE

Si racconta che nella Reggia un monaco predisse a re Ferdinando II la fine del suo Regno:

Badate, Maestà — disse quel frate —, che il tempo incalza; gli eventi precipitano; la terra già incomincia a tremare sotto i piedi... Maestà, se non spazzate la Reggia dalle immondizie che la profanano... Codesti grandi, che vi circondano, sono tutti ciechi e traditori...

Nel 1859 re Ferdinando II morì molto probabilmente in seguito ad una lunga agonia in per via di un avvelenamento, quando avrebbe dovuto essere al matrimonio del suo erede. Gli succedette il 23enne re Francesco II, ultimo re delle Due Sicilie, il quale regnò per meno di due anni, prima che il Regno venisse attaccato dai Savoia sostenuti dalla massoneria inglese. In quegli anni era in costruzione il Canale di Suez, ed essendo la flotta borbonica la dominatrice del Mediterraneo, fu attaccato il Regno per evitare che divenisse il principale sfruttatore dei vantaggi economici del Canale di Suez a danno degli inglesi.

Dopo la conquista del Regno, Giuseppe Garibaldi cambiò la storia della Reggia di Caserta stabilendosi in essa facendola diventare suo Quartier Generale, e dando inizio alla sua spoliazione.

 

Nel 1919 i Savoia cedettero le regge borboniche di Napoli, Caserta e Capodimonte allo Stato Italiano, che le fece gestire dal Ministero dell'Istruzione (la Reggia di Caserta rischiò di divenire un ufficio, una caserma o un ospizio). La Reggia di Carditello fu in parte venduta e trasformata in uffici, e non sorte migliore ebbero quelle di Portici e San Leucio.

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Il bidet del Bagno della Regina Maria Carolina fu definito “strano oggetto a forma di chitarra”. Così venne descritto negli inventari Savoia il bidet, in quanto a loro sconosciuto. Si stava procedendo, infatti, all’inventario della Reggia a cui seguì lo svuotamento dello stesso per portare arredi ed opere d’arte nei palazzi torinesi dei Savoia.

LA REGGIA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

L'occupazione tedesca ed anglo-americana

La storia della Reggia di Caserta continuò anche durante la Seconda Guerra Mondiale QUANDO la città di Caserta ospitava un dislocamento di truppe naziste.

Hitler, come risaputo, fece razzia di opere d'arte in tutta Europa, ed essendo la Reggia divenuta Quartier Generale delle truppe tedesche, è logico presupporre che molte opere d'arte siano finite all'estero.

In seguito la città di Caserta fu bombardata, e la Reggia fu danneggiata. Dopodichè divenne Quartier Generale Alleato del Mediterraneo delle truppe britanniche ed americane. La Reggia di Caserta, così, diventò una grande cittadella militare, o ciò che veniva chiamato Allied Force Headquarter.

Per quanto sia sia tentato di proteggere le opere d'arte, fu impossibile evitare furti e danneggiamenti. Non è un caso che, periodicamente, compaiano nelle grandi aste internazionali oggetti provenienti dalla Reggia di Caserta o con stemma dei Borbone impresso. Anche musei internazionali possiedono oggetti e documenti quali, ad esempio, parte dei progetti originali del Palazzo.

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Soldati con cannone sulla cima della Fontana di Eolo

La Resa di Caserta e la fine della Seconda Guerra Mondiale

(Da Wikipedia – La resa di Caserta)

La Resa di Caserta fu l’atto formale conclusivo che sancì la fine della campagna d’Italia e la definitiva sconfitta delle forze armate nazifasciste in Italia durante la seconda guerra mondiale.

L’atto, intitolato Strumento di resa locale delle forze tedesche e delle altre forze poste sotto il comando o il controllo del Comando Tedesco Sud-ovest e relativi allegati, fu firmato a Caserta il 29 aprile 1945 alla presenza di ufficiali delegati inglesi, americani, tedeschi e di un osservatore russo: esso prevedeva una resa incondizionata che doveva diventare operativa a partire dal 2 maggio.

Nel documento stilato le forze armate tedesche erano associate a quelle della Repubblica Sociale Italiana in quanto essa, essendo considerato uno Stato fantoccio e pertanto non riconosciuto dalle forze alleate, non era in grado di stipulare accordi diretti con queste ultime: per tale motivo il rappresentante tedesco era dotato di una delega scritta rilasciata dal Ministro della Difesa della RSI Rodolfo Graziani.

L'AERONAUTICA MILITARE

Dopo i disastrosi eventi bellici della seconda guerra mondiale, dove tra l'altro, tanti specialisti formatisi a Capua e Capodichino, scrissero pagine epiche della Regia Aeronautica nell'intero scacchiere internazionale, la Scuola, il 1 ottobre del 1948, fu ricostituita presso la Reggia di Caserta con la denominazione di Scuola Specialisti dell'Aeronautica Militare.

Il complesso vanvitelliano, che meglio si prestava alle esigenze della formazione degli specialisti, fu già sede di istituzioni militari quali la Scuola Sottufficiali dell'Esercito dal 1888 al 1895, l'Accademia della Guardia di Finanza dal 1896 al 1925 e soprattutto dell'Accademia Aeronautica dal 1926 al 1943.

Da quel momento le attività della Scuola Specialisti ripresero con le stesse metodologie anche nell'ambito della neo-costituita Aeronautica Militare che fece posto alla Regia Aeronautica. Il 1° Corso Specialisti fu incorporato a Caserta nel 1949.

La Scuola quindi si occupò, sin dall'inizio, dell'istruzione teorica degli allievi specialisti, mentre le lezioni di pratica professionale venivano svolte sempre presso la base aerea di Capua, dove furono utilizzati velivoli G-12 appositamente attrezzati come "aule volanti", al fine di mettere in pratica le attività e le discipline specialistiche apprese durante la teoria.

Dal 2016 è iniziato il progressivo trasferimento dell'Aereonautica Militare verso altre strutture, in modo da liberare totalmente gli spazi museali.

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Aereo militare dell’Aeronautica

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