La Cappella Palatina della Reggia di Caserta
La Cappella Palatina trasformò il Barocco anticipando la nascita del Neoclassico.
STORIA
Inaugurata nel Natale 1784, e bombardata nel 1943, la Cappella Palatina di Caserta per volere del Re fu progettata ispirandosi a quella di Versailles, ma Vanvitelli col suo genio creò non solo qualcosa di totalmente diverso, ma riuscì a sintetizzare in essa tutta la tradizione rinascimentale, manieristica e barocca dando origine al neoclassicismo.
La ricca e complessa decorazione dal raffinato gusto neoclassico è il risultato della magistrale abilità del Vanvitelli di sintetizzare in un’unica opera tutta la tradizione rinascimentale, manieristica e barocca come i festoni, le finestre ovali o i cassettoni del soffitto, spesso usati dal Vanvitelli all’interno di tutta la Reggia, ma che appaiono ogni volta diversi a seconda del loro posizionamento, grazie ad una diversa decorazione ed ai diversi giochi di luce.
L’ALTARE
Nella zona absidale l’altare in stucco non è la versione definitiva, ma il modello originale, che non fu mai rifinito in marmo. Allo stesso modo, il tabernacolo previsto in pietre dure (ametista, lapislazzuli, corniola, agata e diaspro) non è stato completato, ed al suo posto ve n’è uno in legno policromo.
Sotto l’altare era prevista un’urna antica di marmo grigio decorata con agate e bronzi dorati, mentre il tabernacolo doveva essere costituito da pietre preziose.
IL BOMBARDAMENTO DEL 1943
La Cappella subì gravi danni il 27 Agosto 1943 a causa dei bombardamenti americani sulla città di Caserta e sulla Reggia, che colpirono la Cappella Palatina, danneggiando il soffitto, le colonne e le pareti, distruggendo opere di inestimabile valore quali i paramenti sacri, i due organi posti in alto ai lati dell’altare (dove adesso si vedono le tende), e anche sette degli otto dipinti della Cappella.
Dopo la guerra iniziò un intenso lavoro di restauro della Cappella Palatina per ridarle il suo splendore originale, ma non tutto è stato restaurato, in modo che osservando i marmi sfregiati, serva da monito.
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