La Biblioteca Palatina costituiva un vanto della Corte Borbonica. Essa occupa tre grandi ambienti dell’appartamento cosiddetto “vecchio”, arredati con splendide librerie in noce e mogano. Formatasi attraverso decenni, subendo influenze e gusti del tempo, dovuti agli interessi ed alla cultura di chi di volta in volta se ne è occupato, senza contare le numerose vicissitudini, gli smembramenti che la storia le ha inflitto.
Raccoglie circa 14.000 volumi ed opuscoli di vario argomento, tra i più importanti e prestigiosi, per contenuto e per veste tipografica, stampati nei secoli XVIII e XIX. Vi sono rappresentate le opere più significative della cultura europea, oltre che napoletana, dell’età moderna: opere di argomento religioso, come la Collezione completa della Biblioteca Cattolica, opere di diritto ed economia , tra cui spiccano quelle di Montesquieu, di Filangieri, Vico, Giannone e la Collezione di Leggi del Regno delle Due Sicile, opere letterarie di autori classici e moderni di varie nazionalità, di geografia, di matematica, di scienze e zoologia, queste ultime interessanti anche dal punto di vista grafico, come quelle stampate dal Bodoni ricche di pregevoli incisioni a colori. Una raccolta unica, ricca e pregiata, è quella costituita dai libretti d’opera, di balli e di musica in genere, che si riferiscono a rappresentazioni date all’epoca nei vari teatri di Napoli. Particolare menzione meritano le legature, da quelle ricche di fregi e decorazioni stampigliate in oro o decorate a smalto a quelle in marocchino, velluto e seta.
Tutte le Sale sono progetto di Carlo Vanvitelli.
Aut. Maria Carmen Masi
La Biblioteca Palatina contiene anche 1500 lettere di Luigi Vanvitelli, l’architetto della Reggia. Nelle sue lettere al fratello descrive in modo preciso tutta la sua vita e le difficoltà incontrate durante la costruzione della Reggia. Grazie ad essere possiamo scoprire tutta la storia della costruzione del Palazzo
La Sala è un trionfo dello stile “all’etrusca” del primo periodo dello stile Neoclassico decorazione all’antica della prima stanza corrisponde agli inventari del 1799 ed imita i vasi classici a figure rosse su fondo nero.
L’affresco del soffitto ha decorazione a grottesche con medaglioni all’etrusca. La parte centrale fu eseguita da Filippo Pascale su disegno di Carlo Vanvitelli, raffigura i due emisferi del globo terrestre con i segni zodiacali, le costellazioni ed i venti.
Negli affreschi delle sovrapporte sono raffigurati in monocromo grandi personalità classiche quali Archimede, con ai lati due grifoni. Le pareti hanno affreschi a riproduzione delle ceramiche con figure rosse su sfondo nero
Sulle librerie in mogano originali sono collocati dei vasi creati dalla manifattura Giustiniani, specializzata nella creazione di repliche della ceramica antica.
Le librerie hanno decorazioni con antemi e chiavi etrusche.
Il trionfo del Neoclassicismo. I vasi sono Giustiniani
La Seconda Sala della Biblioteca Palatina contiene altre librerie in mogano, ed un tempo alle pareti erano esposte incorniciate le stampe originali dei progetti del Palazzo. Nel progetto originale questa sala sarebbe dovuta essere “Camera di rispetto con cappella domestica”.
L’affresco è a grottesche, con cammei, festoni di fiori ed intricati intrecci tipicamente neoclassici. A bordi una greca.
Nel progetto originale questa sala avrebbe dovuto essere la “Camera nobile per mangiare”, ovvero la Sala da Pranzo, ma fu adibito a Biblioteca.
L’affresco è del 1782 ad opera di Filippo Pascale su disegni di Carlo Vanvitelli, così come del 1782 sono le decorazioni alle pareti, in particolare i dipinti a tempera ed olio del pittore austriaco Heinrich Friederich Füger (anche la Regina Maria Carolina era austriaca). Le quattro opere raffigurano:
I soggetti di gusto neoclassico ripercorrono in maniera mitica ed allegorica la storia dell’umanità, dalla nascita della poesia e della filosofia fino alla completa eliminazione dell’ignoranza, passando attraverso l’invidia. Scopo della decorazione è la celebrazione della nuova età dell’oro e del buon governo borbonici.
Attualmente vi sono le splendide librerie in mogano, una libreria girevole, e tra gli arredi possiamo citare due dei primi anni del XIX secolo, una piccola specchiera intarsiata di fine XVIII secolo, un cannocchiale, un barometro ed un orologio a pendolo di stile impero. Anticamente vi erano anche una grande tavola rotonda girevole, un particolarissimo leggio girevole a forma di ruota di mulino, e due antiche statue di epoca greca ma, come già spiegato, è nota la dispersione degli arredi della Reggia fatta in passato.
“Apollo dio della poesia sul monte Parnaso, con le Tre Grazie” – Heinrich Friederich Füger, 1782
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