Francesco Righetti - Statua equestre di Napoleone Bonaparte
L'esaltazione del potere sin dall'antica Roma
- Categoria: bronzi
- Tipo: scultura
- Autore: Francesco Righetti (1780/1819)
- Anno: 1810
- Origine: Campania
- Materiale: bronzo, marmo
- Tecnica: fusione, cesello, doratura
- Stile: impero (tardo neoclassico)
- Dimensioni AxL: 52x48cm
Visibile in:Appartamenti Privati, Seconda anticamera di Murat
Storia
La scultura fu eseguita in epoca della dominazione napoleonica.
A seguito dei primi scavi di Ercolano e Pompei voluti da re Carlo di Borbone, e con le seguente diffusione di immagini di architettura romana anche ad opera di artisti quali, ad esempio, Giovan Battista Piranesi , etc… la moda per l’antico esplose in tutta europa stravolgendo totalmente il settore dell’arte decorativa. Il settore dell’architettura, invece, fu stravolto dall’architetto Luigi Vanvitelli con la Reggia di Caserta.
In epoca Impero (tardo Neoclassico) Napoleone Bonaparte, per esaltare le sue qualità militari, fece inserire nelle decorazioni tutta la simbologia militare dell’antica Roma, in quanto utile alla propaganda. Tra le varie simbologie e raffigurazioni, vi era da sempre quella della statua equestre per il sovrano.
Una statua equestre è una scultura raffigurante un uomo in sella ad un cavallo. Si tratta di un tema noto alla scultura occidentale sin dall’età arcaica dell’arte greca, ma esso assumerà nell’età imperiale romana la funzione di esaltazione ed eroizzazione del sovrano. La più conosciuta è certamente quella di Marco Aurelio nella piazza del Campidoglio a Roma anche se, nel nostro caso, è più simile alla statua equestre di Carlo di Borbone eseguita dal Canova, ed ora in Piazza Plebiscito a Napoli. Infatti, osservando attentamente, Marco aurelio è raffigurato con la tonaca, essendo stato anche un filosofo e scrittore. Carlo di Borbone è raffigurato con l’armatura militare come nel nostro caso.
Descrizione
Scultura in bronzo brunito. La brunitura è un metodo chimico che serve sia a dare colore al metallo, che a proteggerlo dall’ossidazione. (la doratura non è una brunitura)
La base è composta da due marmi di diverso colore, e reca applicate delle lettere in bronzo dorato. Putroppo oggi mancano i numeri romani sottostanti, probabilmente staccati durante la Seconda Guerra Mondiale dai soldati.