Appartamento di Re Joachim Murat
L' Appartamento di Re Joachim Murat da assaggio degli antichi fasti della Reggia di Portici
Descrizione
Il cosiddetto “Appartamento di Re Joachim Murat” contiene arredi provenienti dalla ex Reggia di Portici che, dopo l’Unità d’Italia, fu smembrata e venduta nel 1871 dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia.
La Reggia di Portici
La nascita
La Reggia di Portici, residenza estiva della famiglia reale, viene edificata fra il 1738 ed il 1742 per volere di Re Carlo di Borbone e della Regina Amalia di Sassonia. Il Re scelse la costiera vesuviana dopo essere stato invitato da Emanuele Maurizio di Lorena, principe di Elboeuf, a trascorrere una giornata nel suo palazzo di Portici. I Sovrani, entusiasti della bellezza del posto, decisero di costruirvi una residenza estiva. I lavori iniziarono nel 1738 con l’architetto Giovanni Antonio Medrano e, successivamente, con Antonio Canevari. Parteciparono all’opera anche gli architetti Ferdinando Fuga e Luigi Vanvitelli.
La creazione del nuovo palazzo reale, di dimensioni non vastissime, stimolò la costruzione di numerose altre dimore storiche nelle vicinanze (le Ville Vesuviane del Miglio d’oro), nate col fine di ospitare la corte reale.
Verso il 1750 il palazzo iniziò ad ospitare reperti dei recenti scavi di Ercolano e Pompei, iniziati da pochi anni. Durante la rivoluzione napoletana del 1799, la Reggia fu abbandonata e depredata.
Il famoso Salotto di Porcellana Capodimonte della Regina Maria Amalia di Sassonia è realizzato tutto in porcellana! Ora si trova nel Museo di Capodimonte a Napoli.
L'epoca Murat
Dopo il 1806, con la conquista del Regno da parte dei francesi, Giuseppe Bonaparte ordinò il trasferimento delle antichità rimanenti. Furono nel 1808 Joachim e Carolina Murat ad arredare nuovamente il Palazzo Reale facendone la loro residenza preferita.
Portici, come le altre residenze reali, subì ristrutturazioni volti a conferire agli spazi una dimensione più intima e confortevole. In molti ambienti furono ridotte le volte, ridimensionati gli spazi, rinnovata la decorazione rimuovendo quella settecentesca celebrativa ed allegorica tramite gli architetti Etienne-Chérubin Lecomte e Antonio De Simone, che progettarono anche gli arredi.
Lady Morgan, a Napoli nel 1820, ricorda come questa residenza fosse stata rimodernata con sommo gusto dalla Regina Carolina Murat che fece eseguire decorazioni ed arredi ispirandosi ai reperti antichi scoperti di Ercolano e Pompei, eliminando tutto ciò che sembrava antiquato.
Le sale di rappresentanza, da poco rinnovate, si presentavano In tutta la loro magnificenza. Sulle consolle tinte color bianco con intagli dorali erano sitili disposti, alternati ai vasi di porcellana, i candelabri e gli orologi fatti venire da Parigi e i nuovi lampadari diffondevano una luce brillante sulle tappezzerie intessute appositamente per questi ambienti.
Lo stile di corte dei Murat, a differenza di quello degli altri stati italiani, pur dipendendo dai modelli Impero parigini, si configurò come una intelligente fusione tra le passioni antiquariali e la ricerca di un moderno comfort che non escludeva cedimenti al lusso imperiale. Teatrali drappeggi alternati a parati dalle intense colorazioni o alle decorazioni imitate da quelle scoperte ad Ercolano e Pompei facevano infatti da sfondo ai reperti archeologici e al mobilio di mogano decorato con elaborate applicazioni di metallo dorato o alle suppellettili in pietre dure che il Real Laboratorio continuava a produrre sotto la direzione di Filippo Rega.
Il grande gusto estetico di Carolina Murat ne fece anche la prima al mondo ad avere un orologio da polso, probabilmente inventato da lei stessa!
Il ritorno dei Borbone
Col ritorno dei Borbone la Reggia fu modificata cancellando tutti i simboli che ricordavano in modo evidente la dominazione Murat, ma gli interventi di ristrutturazione degli ambienti furono, invece, molto apprezzati.
Nell’inventario del 1817 si coglie ancora il tono fastoso degli arredamenti murattiani, ricchi di vivaci tappezzerie ed arredi moderni ed antichi, tutto molto apprezzato dai Borbone che lo mantennero tale per parecchi anni inserendovi anche altri arredi in stile “archeologico.
Nel 1822 iniziò il trasferimento dei manufatti antichi verso l’attuale Museo Archeologico di Napoli, facendo perdere alla Reggia di Portici la caratteristiche di essere stata insieme museo e luogo in cui abitare.
L'Unità d'Italia e la fine
Dopo l’Unita d’Italia iniziò subito la dispersione del ricco patrimonio artistico che rese questo Palazzo, famoso in tutta Europa ed oggetto dell’ammirazione dei viaggiatori. La sorte che avrebbe avuto la si comprese già quando, nel 1866, venne rimosso e trasferito nel Museo di Capodimonte il famosissimo Salottino di Porcellana di Maria Amalia di Sassonia. Soli dieci anni dopo, nel 1871, infatti, fu completamente svuotato e venduto dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia alla Provincia di Napoli che ne fece la Scuola Superiore di Agricoltura.
Le collezioni furono divise tra i palazzi di Caserta, Capodimonte, Palazzo Reale di Napoli. Alla Reggia di Caserta venne assegnata la collezione francese di dipinti, oltre a mobili ed oggetti.
Dopo la vendita iniziò lo smembramento di edifici e giardini, con la trasformazione di Palazzo Mascabruno in caserma, e la progressiva completa distruzione del Parco Reale. L’ex Parco Reale ora è diviso così:
- alla Facoltà di Agraria compete la Reggia, il Bosco Superiore e gran parte del Bosco Inferiore;
- all’Istituto Zooprofilattico parte del Bosco Superiore;
- al Comune l’area del parco pubblico e della Villa comunale;
- vi è l’area per gli alunni della scuola
- area di Villa d’Elboeuf, di proprietà privata.
Gli arredi da Portici nella Reggia di Caserta
L’Appartamento di Re Joachim Murat
L'Anticamera dell' Appartamento di Re Joachim Murat
La volta dell'Anticamera dell'Appartamento di Re Joachim Murat è decorata con un affresco di Franz Hill - “Minerva che invita Telemaco a lasciare Itaca”, 1814-1815, mentre le pareti sono rivestite in seta di San Leucio a righe e zoccolo in marmi.
Vi sono tre dipinti:
- Salvatore Fergola - “Torneo cavalleresco davanti alla Reggia di Caserta”, 1847;
- Salvatore Fergola - “Torneo per l’inaugurazione della linea ferroviaria Napoli-Caserta”, 1849;
- Heinrich Schmidt - “Gioacchino Murat in visita all’Albergo dei Poveri”, 1800-1821
Il camino è in marmo di Carrara con colonne e dotato di grande specchiera in vetro di Murano con cornice in legno dorato. Al di sopra del camino vi è un orologio a tempietto in bronzo dorato. Di notevole valore artistico anche le console e la fioriera.
Vi è una grande credenza in legno di mogano con al di sopra due bronzi con base in marmo di Francesco righetti raffiguranti cani da caccia. Vasi di Sevres e lampadari in cristallo completano l'arredo della Sala.
Salvatore Fergola – “Torneo cavalleresco davanti alla Reggia di Caserta”, 1847
Il Salotto
La volta del Salotto dell’Appartamento di Re Joachim Murat è decorata con un affresco di Giuseppe Cammarano – “Ettore che rimprovera il fratello Paride per il rapimento di Elena”, anno 1818, mentre le pareti sono rivestite in damasco rosso in seta di San Leucio.
Vi sono tre grandi ritratti di:
- Costanzo Angelini – “Giuseppe Bonaparte”, 1808;
- Guillaume Desiré Joseph Descamps – “Il Ministro Saliceti”, 1809
- Martin Elias Ridinger – “Madame Letizia Bonaparte”, 1810.
E, inoltre il dipinto di Gaetano Gigante “Banchetto dei poveri offerto da Gioacchino Murat” del 1811
La console bianco-oro di questa sala, molto probabilmente progettata dall’architetto di corte Antonio Niccolini, dimostra il peso notevole che, quest’ultimo, ebbe nell’evoluzione del gusto della Corte, portandola dagli stili tardo Impero e Biedermeier, verso il Neobarocco, soprattutto dopo l’arrivo dell’ebanista Pietro Cheloni già autore del rinnovamento di Palazzo Pitti.
I bronzi con le statue equestri di Napoleone e Murat sono di Francesco Righetti.
Gaetano Gigante – “Banchetto dei poveri offerto da Gioacchino Murat”, 1811
La Camera da letto
La volta della Stanza da Letto dell’Appartamento di Re Joachim Murat è decorata con un affresco è in stile Impero a sfondo giallo con decori cin monocromo su sfondi grigio e rosa. Le pareti sono rivestite in seta di San Leucio a righe.
Dipinti:
- Jean Baptiste Wicar – “Ritratto di Julie Clary con le figlie Zenaide e Carlotta”, 1809;
- Jean Baptiste Wicar – “Ritratto del Generale Massena”, 1808;
- Ignoto – “Gioacchino Murat a bordo della fregata Cerere“, 1810-1815.
L’architetto e ornatista parigino al servizio di Gioacchino Murat, Etienne-Chérubin Lecomte, fu incaricato dal re di riammobiliare le sale del proprio appartamento utilizzando arredi in parte da prelevare dal Palazzo Reale di Napoli e in parte da costruirsi appositamente per tale scopo, come quelli ora a Caserta.
A rendere memorabile questo ambiente alla viaggiatrice inglese avevano contribuito soprattutto l’eleganza di una toilette in marmo di Carrara (ora nella Sala da Bagno della Stanza da Letto di Re Francesco II), lo splendore delle tappezzerie e dei tappeti inglesi e turchi disposti sul pavimento. Nell’originale stanza de letto in Portici vi erano anche due eccezionali treppiedi di bronzo con enormi tazze dorate, ed anche uno spettacolare trofeo di armi con pistole, fucili e sciabole conquistate sul campo o donategli.
Tutti questi mobili, di manifattura napoletana, riprendono la forma degli ornati dai modelli francesi, ma rielaborandoli in modo magistrale.
Letto a baldacchino in mogano con bronzi dorati e seta di San Leucio. Accanto un comodino con lampada ad olio. Notare i simboli militari: Murat fu un condottiero di grande valore.
Ignoto – “Gioacchino Murat a bordo della fregata Cerere“
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