La Sala delle Guardie è molto più ricca di stucchi rispetto alla precedente. Già Vanvitelli la indicò come:
“Sala per le Guardie del Corpo, camera per l’Essente, per il Brigadiere, cammino, ed altro”
Negli inventari del 1799 è indicata come “Sala delle Reali Guardie Palatine” e prevede anche giacigli per il brigadiere, il sottobrigadiere e le 14 guardie reali, scelte tra le famiglie nobili che si contendevano questo onore poco redditizio, dato che imponeva di provvedere personalmente alla divisa e al mantenimento del proprio cavallo. È probabile che al medesimo scopo fossero impiegate anche le salette annesse.
Aut. Maria Carmela Masi
La seconda anticamera, delle Guardie del Corpo, è molto più ricca di stucchi. Un cornicione sorretto da lesene di ordine ionico corre intorno alle pareti.
Nel 1787, Lucio Lucchesi e Carlo Beccali completavano gli stucchi della seconda anticamera. I dodici pannelli ad altorilievo raffigurano episodi delle Guerre Puniche, realizzati da Gaetano Salomone, Tommaso Succiano e Paolo Persico nel 1789.
Nella Sala delle Guardie, affiancato alla parete destra, di fronte al finestrone, si vede il gruppo marmoreo di Alessandro Farnese con alle spalle la Vittoria che lo corona e ai suoi piedi le figurazioni allegoriche delle Fiandre (la figura inginocchiata) e del fiume Schelda (figura barbuta).
La statua fu realizzata dallo scultore Simone Moschino fra il 1594 e il 1598 per conto del Cardinale Odoardo Farnese, che verso la fine del Cinquecento, dopo il suo trasferimento a Roma, attendeva al completamento della decorazione del Palazzo di famiglia in Roma (il Martucci lo attribuisce alla scuola del Bernini).
Dall’Inventario del Palazzo Farnese, compilato nel 1653, si ricava che a quella data la statua si trovava collocata al centro del “Salone Grande”. Fu quindi trasferita a Caserta all’epoca dell’arrivo delle Collezioni Farnese nel Regno delle Due Sicilie e fin dal primo Inventario (della fine del Settecento), risulta collocato nella Sala.
Una serie di quattro consolle, in stile Luigi XVI, in legno intagliato e dorato con piano di alabastro arredano attualmente il grande Salone. Alternati alle consolle vi sono ventuno sgabelli in stile Impero Francese del Primo Ottocento, che furono portati a Caserta durante il decennio di occupazione francese (1805-1815) dallo stesso Murat, provenienti dalle “Tuileries”.
Sulle consolle sono collocati quattro busti in marmo bianco di:
Il camino in marmo bianco è opera di Carlo Beccalli (1787 ca.), il quale creò molti degli stucchi delle Sale.
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