Detta Sala dell’Estate per via dell’affresco, tale sala della Reggia di Caserta fu utilizzata come sala per le udienze e per i baciamano. Nelle giornate di baciamano si seguivano procedure più semplificate, quando i regnanti non si trovavano nel Palazzo Reale di Napoli, ma in uno dei siti reali dove, solitamente, si allentavano i rigori dell’etichetta. Infatti non si seguivano più le rigide regole di precedenza a seconda del prestigio sociale posseduto ma, ad esempio, si poteva sostare anche tutti nella stessa sala. Solitamente i sovrani stavano in piedi ciascuno su un cuscino, oppure su un tappeto con due troni e due cuscini.
L’affresco nella sala delle udienze simboleggia l’estate e fu realizzato da Fedele Fischetti. Rappresenta il raccolto: Proserpina (dea della primavera e moglie di Plutone dio degli Inferi), incontra sua madre Cerere (dea della fertilità, protettrice dei raccolti e degli esseri viventi).
Nel finto balcone sono inseriti putti, simboleggianti le attività estive, che giocano ad arrotare falci, slegare covoni e rovesciare il grano.
Nell’Estate di Fedele Fischetti, attorno alla composta rappresentazione di Proserpina che si presenta a Cerere in un paesaggio opulento di biade, irrompono sulla balaustrata gruppi di amorini affaccendati ad arrotare falci, slegare covoni, rovesciare grano, suonare cornamuse.
Plutone, dio degli Inferi, convince Giove, il padre degli dei, a permettergli di rapire sua figlia Proserpina, avuta con Cerere. Quando quest’ultima, grazie al dio Sole, scoprì tutto, per vendetta non fece più germogliare i campi, generando la carestia per far morire gli esseri umani, a cui gli dei tenevano molto. Giove capisce, allora, che l’unico modo per salvarli è rendere Proserpina alla madre. Plutone acconsente, ma con un inganno: prima di liberare la fanciulla le fa mangiare un chicco di melograno che la legherà per sempre al regno dei morti.
Quando Cerere riabbraccia sua figlia per la gioia la terra rifiorisce. Per via dell’inganno di Plutone, nei mesi in cui Proserpina abita con la madre, Cerere fa rinascere la natura, per poi renderla spoglia e arida tutte le volte che la figlia deve tornare negli Inferi dal marito Plutone. È così che nacquero le stagioni.
Essendo tale sala utilizzata per le udienze ed i baciamani, quindi delle “concessioni” che i regnanti facevano ai sottoposti, tale affresco simbolizzava il loro potere assoluto anche sulla natura.
Le sovrapporte furono dipinte da Giovan Battista Rossi con le “Arti Liberali”, mentre sui sovraspecchi sono personificati i Fiumi del Regno di Napoli.
Le pareti sono rivestite in seta di San Leucio I lavori di ebanisteria (boiserie ed arredi) furono creati da Gennaro Fiore utilizzando anche piombo e stagno, poi dorato da Bartolomeo di Natale. Le pareti sono dotate di enormi specchiere veneziane di un pezzo unico, all’epoca un lusso estremamente costoso e grande status symbol.
Il lampadario è in vetro di Murano, il tavolo è in legno pietrificato artificiale, una invenzione di Girolamo Segato ed un capolavoro unico al mondo, le porcellane sono dei vasi con frutta di Jacob Petit.
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