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Il Museo Archeologico di Napoli è il più importante al mondo. Dalla preistoria, all'Egitto e l'oriente, la spettacolare Collezione Farnese, i reperti di Pompei ed Ercolano etc., c'è da rimanere stupefatti.

Storia del Museo

I lavori di costruzione del grande edificio del Museo Archeologico di Napoli iniziarono nel 1585, quando il viceré spagnolo Pedro de Giron volle edificare una grande caserma per la cavalleria. Nel 1610 venne completato dall’architetto Giulio Cesare Fontana per ordine del viceré Pedro Fernandez de Castro, con l’intento di ospitarvi l’università. Con il trasferimento dell’università, cominciarono i lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’edificio il quale venne destinato a Museo Universale.

Nel 1738 fu scoperta Ercolano (Pompei 10 anni dopo), e Re Carlo di Borbone, promosse l’esplorazione e gli scavi, pertanto il patrimonio archeologico era in costante crescita e la Villa Reale dei Portici, in cui inizialmente vennero collocate statue, affreschi e oggetti d’uso quotidiano che provenivano dagli scavi delle città vesuviane, risultò troppo piccola. Negli anni Ottanta del XVII secolo si pensò di accogliere l’idea di Luigi Vanvitelli e trasferire nell’attuale museo le gradi collezioni archeologiche di Napoli, compresa la grande collezione Farnese che arrivò nella città partenopea a partire dal 1787 per ordine del Re Ferdinando IV. Nel 1791, si progettò di collocare un osservatorio astronomico nel grande salone al primo piano del palazzo, detto ancora oggi Salone della Meridiana.

Nel decennio di dominazione francese (1806-1815) furono realizzati vari allestimenti, poi nel 1816 i Borbone lo chiamarono Real Museo Borbonico, concependolo come sede non solo del museo ma della Real Biblioteca, dell’Accademia del Disegno, e dell’Officina dei Papiri. Nel tempo si è arricchito anche di collezioni donate dai privati, e si stanno aprendo sempre più aree tematiche utilizzando le infinite collezioni presenti nei magazzini.

Orari e biglietti

Gli orari del Museo Archeologico di Napoli, i giorni di chiusura e acquisto biglietti.

ORARI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI:

09.00 – 19.30

Il Museo Archeologico di Napoli è da lunedì a domenica tranne martedì.

Inoltre è sempre aperto nei giorni festivi tranne il 25 dicembre ed 1 gennaio.

Il Museo Archeologico di Napoli si trova in:

Piazza Museo 18/19 80135 Napoli

La Collezione Farnese

La collezione Farnese è la più celebre raccolta romana dell’antichità. L’iniziatore della collezione fu Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III nel 1534. Tali reperti sull’antichità classica furono acquisiti mediante il mercato antiquario e scavi archeologici. I primi documenti che parlano della collezione risalgono alla metà del Cinquecento in cui è riportato oltre alla descrizione dei pezzi anche il luogo del ritrovamento, se questo era noto. Nel catalogo compaiono le grandi sculture provenienti dalle terme di Caracalla, come l’Ercole Farnese e l’Ercole Latino, oggi esposti alla reggia di Caserta. Fanno parte della collezione una grande quantità di altre opere che furono donate ai Farnese o da questi confiscate a casate rivali, come per esempio per uno dei Barberi inginocchiati. Si ricorda anche la pregiata Tazza Farnese che fu di proprietà di Lorenzo il Magnifico. La grande quantità di materiali della collezione Farnese, insieme ai materiali delle città vesuviane, fa dell’Archeologico di Napoli il più grande museo al mondo.

La Collezione delle Gemme

La collezione di Gemme conta oltre duemila esemplari, la maggior parte appartenente alla collezione Farnese. Questa raccolta comprendeva gemme provenienti da altre insigni collezioni private risalenti al XV secolo. Attualmente le gemme, antiche e moderne, sono esposte in una selezione di esemplari significativi: la collezione di Ranuccio ed Alessandro Farnese, le gemme Barbo che comprendono il Tesoro di Lorenzo dei Medici; le gemme di Fulvio Orsini. La Tazza Farnese è l’oggetto più importante. Incisa ad Alessandria d’Egitto e databile tra la fine del II e il I secolo a.C. ed è il più celebre e grande cammeo dell’antichità, in agata sardonica.

La Collezione Epigrafica

La collezione epigrafica, presenta una sezione delle principali lingue in uso nell’Italia centro-meridionale che va dal VI secolo a.C. al II secolo d.C. La maggior parte delle epigrafi è in lingua latina, suddivise in iscrizioni di carattere politico-istituzionale, iscrizioni pompeiane e iscrizioni provenienti da Pozzuoli. Duecento sono i testi in greco provenienti dai principali centri della Magna Grecia, come Locri, Thuri e Ereclea e alle epigrafi di Napoli, città in cui la lingua greca era la lingua ufficiale fino all’età imperiale romana. Un importante gruppo di iscrizioni testimonia delle numerose lingue parlate nell’Italia centro-meridionale prima dell’avvento dei romani: ci sono epigrafi in etrusco, in sabellico, volsco e numerose testimonianze della Pompei osca.

La Collezione Egizia

Seconda per importanza in Italia dopo il Museo Egizio di Torino è distribuita in sette sale e organizzata in varie sezioni tematiche relative ad aspetti caratteristici della civiltà egiziana: la sfera del potere, il mondo dei morti, i culti e la magia, l’organizzazione socio-economica. I reperti sono suddivisi secondo un criterio collezionistico: Collezione Borgia, Collezione Picchianti, Collezione Stevens e i rinvenimenti provenienti dagli scavi in Campania.

La Collezione Numismatica

Le monete esposte coprono un ampio arco cronologico, dalle prime monete battute in Magna Grecia sino ad esemplari del Regno delle Due Sicilie. La maggior parte delle monete provengono dalla collezione Farnese, Borgia e quella Santangelo ma anche sia dagli scavi in area vesuviana e nell’Italia meridionale. La moneta più famosa è il medaglione aureo di Augusto di cui è l’unico esemplare. Il rinvenimento avvenne a Pompei il 1759.

Il Salone della Meridiana

Nel 1791, si progettò di collocare un osservatorio astronomico nel grande salone al primo piano del palazzo, detto ancora oggi Salone della Meridiana il quale è una delle sale coperte più grandi d’Europa. La realizzazione dell’osservatorio non si realizzò, e venne approntata solamente una meridiana lunga più di ventisette metri. Nel pavimento di marmi policromi venne collocata una scala graduata in ottone su cui, a mezzogiorno, batte un raggio di sole proveniente da un foro in alto nell’angolo della sala. Accanto alla scala graduata sono incastonati dei medaglioni dipinti con le raffigurazioni dei segni zodiacali.

La Magna Grecia

Espone reperti di origine e provenienza diverse rinvenuti nelle regioni meridionali del Regno di Napoli dove, dalla fine del VII secolo a.C., i Greci entrando in contatto con le popolazioni indigene, diedero vita luogo a quel fenomeno storico e culturale definito con il nome di Magna Grecia. Questa collezione si sviluppa lungo un arco cronologico che va dalla fine dell’VIII secolo a.C. al III secolo a.C. Essa è ricca di migliaia di vasi e di terrecotte figurate. Il Vaso di Dario da Canosa o le lastre funerarie della Tomba delle Danzatrici da Ruvo, insieme a un gran numero di oreficerie di elevato pregio e valore artistico prodotte a Cuma e a Taranto.

L'antica Campania

Le collezioni della Piana Campana espongono i reperti trovati nella Regione Campania dal XVIII secolo sino ad oggi, e riguardano un’era che va dal Neolitico al mondo antico. Essi raccontano le storia delgi innumerevoli popoli che hanno abitato questa straordinaria regione, i loro miti, la loro vita e dil legame con l’aldilà.

Preistoria e Protostoria

Le collezioni della preistoria e protostoria nel Museo Archeologico di Napoli si sviluppano su tre livelli: introduttivo (storia delle collezione ed introduzione all’argomento); Preistoria (Paleolitico, con reperti sulle attività ci caccia e pesca; Neolitico, quando l’uomo divenne sedentario e nacque l’economia; Eneolitico col racconto della cultura della morte tramite i reperti delle necropoli di Paestum etc); Protostoria ( reperti delle varie fasei delle Età del Bronzo e del Ferro).

I reperti di Pompei ed Ercolano

La stragrande maggioranza di tutto ciò che è stato rinvenuto nelle aree archeologiche di Pompei ed Ercolano sin dal Settecento è contenuto nel Museo Archeologico di Napoli.
Nel 1738 avvenne il ritrovamento dell’antica città di Ercolano, e Re Carlo di Borbone decise di finanziarne gli scavi, dieci anni più tardi avvenne la scoperta anche di Pompei, e questi ritrovamenti suscitarono un enorme scalpore in tutta Europa, attirando folle di studiosi e curiosi. Sin dal 1757 furono pubblicati e donati (alcuni anni prima i progetti della Reggia di Caserta) a tutte le corti europee i volumi delle “Antichità di Ercolano esposte”, dove si mostravano tutti gli oggetti artistici e gli affreschi rivenuti negli scavi e che facevano parte delle collezioni reali. Tali volumi, unitamente a quelli dei progetti della Reggia di Caserta, non solo diedero enorme prestigio ai Borbone, ed attirarono flotte di aristocratici e studiosi facendo di Napoli una capitale internazionale ma, soprattutto, diedero origine al Neoclassicismo. Una curiosità: nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta l’architetto Carlo Vanvitelli progetto il Criptoportico, una ricostruzione di una galleria alla pompeiana per dare al visitatore la suggestione dei primi esploratori degli scavi.

Il plastico di Pompei

I mosaici

I Mosaici, quasi tutti emblèmata, provengono dalle dimore private di Pompei, Ercolano e altri siti della Campania. Ricoprono un arco di tempo che va dal II secolo a.C. al I secolo d.C. La collezione ospita alcuni dei mosaici più famosi ed importanti del mondo: Emblema “Musici Ambulanti” provenienti dalla cosiddetta villa di Cicerone, sono due emblémata di tradizione ellenistica realizzati con tessere di mosaico piccolissime. Sono i mosaici più antichi rinvenuti a Pompei, datati fine II secolo a.C. Entrambi i mosaici portano la firma del mosaicista Discuride di Samo. Emblema di Alessandro è il mosaico pavimentale più famoso al mondo e venne rinvenuto il 24 ottobre del 1831 nella casa del Fauno, una delle dimore più antiche e lussuose di Pompei. Esso misura quasi venti metri quadrati e l’intera superficie è realizzata con la tecnica del vermiculatum, cioè accostando tra 1,5 e 4 milioni di minuscole tesserine policrome. Tale mosaico fu realizzato da maestranze alessandrine specializzate e operanti in Italia, che seppero creare un grandioso effetto tale da riprodurre un originale pittorico greco, che Plinio il Vecchio ricorda quale opera di Filosseno di Eretria.

Il Gabinetto Segreto

La collezione del Gabinetto Segreto è una delle raccolte più curiose del Museo Archeologico di Napoli, che riunisce 250 reperti a soggetto erotico provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano. La collezione illustra gli aspetti della sessualità nel mondo antico. Spesso protagonisti delle pitture erotiche erano divinità ed eroi o amori di esseri ferini quali i Satiri e infine gli amori di Pan il protettore delle selve e delle greggi.

Gli affreschi

La collezione degli affreschi è un vero unicum della pittura di età romana rinvenuta nell’area vesuviana dalle dimore private tra I secolo a.C. e I secolo d.C. In questa sezione si possono vedere diversi stili pittorici, dalle grandiose scenografie del I secolo a.C. ai cicli decorativi di età augustea e di età imperiale. In questa collezione vi sono temi della pittura romana, ispirati per lo più alla mitologia, al racconto omerico o alla tragedia greca e ritratti di privati cittadini.

La villa dei Papiri

La villa dei Papiri a Ercolano prende il nome dallo straordinario ritrovamento di oltre 1000 rotoli di papiro carbonizzato che hanno restituito per lo più testi in lingua greca di filosofia epicurea. Era una grandiosa abitazione di proprietà di un membro della nobilità romana. Sorgeva alle porte di Ercolano su una collina terrazzata prospiciente il mare, ed è l’esempio più completo di villa per l’ozio e la meditazione. I principali ambienti della villa erano arricchiti da sculture in bronzo e in marmo a figure intere o busti databili età augustea. Tra le meravigliose statue in bronzo sono d’ammirare: la coppia dei due corridori, Hermes Enagònios (Hermes a riposo), il satiro ebbro, il satiro dormiente e il mezzo busto di Scipione. Le statue in marmo: Athena,Eschine e il mezzo busto di Pirro.

Il Tempio di Iside

Il tempio di Iside fu scoperto nel 1764 e fu il primo edificio di culto scavato a Pompei. Nella sala di esposizione si trova il plastico ricostruttivo per evocare ai visitatori come la struttura è stata messa in luce. Inoltre si può ammirare il porticato del monumento con le sue decorazioni parietali che costituisce il fulcro della collezione.

Oggetti di vita quotidiana

Con campagna di scavo nei siti di Ercolano e Pompei furono potati alla luce, oltre ai templi, edifici pubblici, mosaici e affreschi, una grandissima quantità di utensili, vasellame, oggetti di vita quotidiana i quali costituiscono la testimonianza più significativa degli usi e costumi, tradizioni culturali e religiose degli abitanti di Pompei ed Ercolano.

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ORARI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI:

09.00 – 19.30

Il Museo Archeologico di Napoli è da lunedì a domenica tranne martedì.

Inoltre è sempre aperto nei giorni festivi tranne il 25 dicembre ed 1 gennaio.

Il Museo Archeologico di Napoli si trova in:

Piazza Museo 18/19 80135 Napoli

Visite guidate e biglietti

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Documentario sul Museo Archeologico di Napoli

Guarda il documentario sul Museo Archeologico di Napoli condotto da Alberto Angela per SuperQuark

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