La Sala degli Alabardieri nei progetti di Vanvitelli il salone è denominata come:
“Sala degli Alabardieri, con camere annesse per il sergente, ed altro Uffiziale, cammino per fuoco, ed ogni altro comodo necessario”.
Al 1799 essa doveva indicarsi probabilmente come “Sala de’ Staffieri”, accanto alla quale dovevano situarsi dei cantucci di legno per dormire. In seguito la sala dovette assumere l’uso voluto dal Vanvitelli, dovuto alle guardie reali che lì si schieravano.
Aut. Maria Carmela Masi
L’affresco di Domenico Mondo posto al centro della volta rappresenta il Trionfo delle armi borboniche. La composizione è dominata dallo scudo con le armi del re sostenuto dalle virtù regie Giustizia, Clemenza e Fortezza e sovrastato dalla Fama. In basso Ercole, simbolo della famiglia Farnese e leggendario antenato di Carlo di Borbone, scaccia ed abbatte i vizi.
Le pareti della sala hanno cornici in marmo di Mondragone.
In alto le finestre accentua la luminosità dell’ambiente, e sono intervallate da festoni retti da conchiglie.
La Sala fu terminata nel 1787 con l’inserimento degli otto busti posizionati sulle porte (opera di Tommaso Bucciano) e con i trofei di armi su teste di leone collocati sulle pareti (opera di Angiolo Brunelli).
I busti rappresentano le Arti Liberali: l’Astronomia, la Poesia, la Matematica etc. Ha vesti con ampi panneggi ed è collocato su un piedistallo all’interno di una nicchia circondata da un festone dorato.
Nella Sala degli Alabardieri sulle consolle neoclassiche sono collocati i busti di quattro Regine:
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