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Luigi Vanvitelli: Nozze di Peleo e Teti

Disegno ad opera di Luigi Vanvitelli rappresentante le Nozze di Peleo e Teti. Anno 1767.

IL DISEGNO DELLE NOZZE DI PELEO E TETI È VISIBILE IN: Gabinetto dei disegni (Non visibile al pubblico)

Categoria disegno
Autore Luigi Vanvitelli (1700-1773)
Anno 1767
Materiale Legno, Bronzo dorato
Tecnica sanguigna, penna, matita e inchiostro su su carta
Dimensioni (LxPxA) 30x41.3cm

Descrizione del disegno

Autore Luigi Vanvitelli.

Gli invitati sono disposti ntorno a un tavolo ad emiciclo, alla presenza di geni alati e putti. Lo sposo è un ben adulto eroe con elmo e non il leggendario Amore. Tra i presenti si riconoscono gli sposi ad una estremità, un fauno dall’altra e le tre Grazie all’interno della curva.

Per le nozze di Peleo e Teti esisteva un importante precedente a Roma, un gran quadro del Romanelli in casa Barberini. L’audace decisione di disegnare il tavolo di scorcio e di dargli la forma di canopo, abbandonando la simmetria e la larghezza fastosa, rende la scena compatta, troppo densa per imitare veramente scene antiche.

Le nozze di Peleo e Teti

Da wikipedia

Dopo aver sposato Antigone, figlia di Attore, ed aver partecipato alla spedizione degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro, conobbe una nereide di nome Tetide, o Teti, e il cui matrimonio fu celebrato con solennità alla presenza di tutti gli dei, tranne Eris. La dea della discordia, infuriata per essere stata esclusa, intervenne alle nozze lasciando il pomo d’oro, oggetto del giudizio di Paride e origine della guerra di Troia.

Da Teti ebbe sette figli, tra cui Achille. Teti ustionò le parti mortali dei suoi sei figli, li rese immortali e li fece ascendere all’Olimpo uno dopo l’altro. Peleo si intromise quando Teti operò il rito magico sul settimo, rendendo il suo corpo immortale, salvo il tallone, ponendolo sul fuoco e ricoprendolo di ambrosia. L’osso del tallone, leggermente ustionato, non subì la parte finale del rituale. Sdegnata, Teti respinse Peleo e fece ritorno alla sua dimora marina, dando al figlio il nome “Achille”, perché non aveva posato le labbra sul suo seno. Peleo s’accinse a sostituire l’osso del bambino con quello tratto dallo scheletro del velocissimo gigante Damiso, ma il tallone si rivelò in seguito l’unico punto vulnerabile attraverso cui sarà privato all’affetto del padre.

Le nozze di Peleo con Tetide sono state un tema figurativo interessante e frequente della iconografia greca. Crateri, coppe e vasi in ceramica sparsi nei vari musei del mondo celebrano questo evento. Un cratere a calice proveniente da Spina, ora al Museo archeologico di Ferrara, e in cui viene raffigurata una scena di questo matrimonio, ha dato il nome a un pittore vascolare della II metà del V secolo a.C., conosciuto appunto come Pittore di Peleo.

L'artista: Luigi Vanvitelli

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