IL LAMPADARIO CON POMODORI È VISIBILE IN: Boudoir della Regina Maria Carolina
Nonostante l’anno di esecuzione ci porti agli anni in cui il neoclassicismo napoletano trovava già alcune fra le sue più felici espressioni, questo lampadario è ancora di gusto tipicamente rococò. È stato eseguito dall’ intagliatore e decoratore Gennaro di Fiore e dal bronzista Antonio Serio. Gennaro di Fiore, membro di una dinastia di artefici, consegnava diversi oggetti metallici alla corte, come in ottone dorato mentre Domenico di Fiore creava varie guarnizioni «di rame indorata» destinate a tavolini per Ferdinando IV.
Il fonditore fu romano Giacomo Ceci, chiamato anni prima alla corte di Carlo di Borbone, ed esecutore di opere e rifiniture bronzee di eccezionale livello come quelle nella Reale Cappella di Portici, la statua dell’Immacolata e i grandi candelabri, quest’ultimi disegnati da Luigi Vanvitelli dietro diretta richiesta della regina Maria Amalia.
Lampadario con dodici candele con struttura in legno dipinto di bianco, ed applicazioni in rame e bronzo dorati al mercurio. E’ decorato da mascherine femminili con un intreccio di rami e foglie e con pomodori ad alludere la fertilità della terra campana, l’antica Campania Felix. Il fiocco terminale, danneggiato durante la rivoluzione del 1799, fu rifatto in occasione della mostra “Civiltà del ‘700 a Napoli” del 1979.
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